“Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare”
(Leonardo da Vinci)
Lo spettacolo delle Ande la provi ad alta quota.
Da Roma a Santiago del Cile
Come quasi ogni viaggio per mete lontane, anche il nostro inizia con un aereo.
La comodità del volo diretto per la lontanissima Santiago del Cile è imparagonabile. Circa 15 ore di volo non stop in notturna. Sembrano eterne; intorno a noi c’è solo il nero della notte. Volare dall’Europa verso ovest fa sempre questo effetto. Che atterri a Rio, a Buenos Aires o a Santiago, la sorpresa è sempre la stessa: scopri il panorama del Sudamerica solo poco prima di atterrare.
Pro e contro… Ma il pro è qualitativamente alto. Dal buio totale spuntano loro. E il bianco: le Ande. Montagne e vulcani altissimi che la letteratura non ha mai smesso di raccontare e descrivere. Per le loro sommità, i misteri e le popolazioni che da secoli sopravvivono lì su, al gelo e senza ossigeno.
Rimaniamo poco nella capitale cilena. La mattina dopo siamo nuovamente all’Aeroporto Internazionale Comodoro Arturo Merino Benítez. L’inverno dell’emisfero sud mostra le sue caratteristiche: siamo gli unici viaggiatori senza gli sci in spalla!
Da Santiago a Lima
Nuovo volo, nuova città, nuovo Stato. Ma Lima la assaporiamo molto poco. In meno di 48 ore il numero di voli presi sale già a due.
Da Lima a Cusco
Il ricordo delle Ande meridionali cilene sembra lontano ma è ormai impresso nella nostra memoria, nei nostri telefoni e online su Instagram; ma è nulla rispetto a quello che ci aspetta.
La fortuna è dalla nostra parte: a causa di un guasto tecnico partiamo con due ore di ritardo, il che ci permette di vedere la luce rossa del tramonto sui picchi delle Ande del nord. Riflessi di luce in ogni angolo e tutto, come ogni cosa vista dall’alto, assume un aspetto rassicurante, anche se lontani da casa.
A chiunque decida di raggiungere Cusco, non sbagliate, arrivateci in aereo… Ma preparatevi a una lieve sensazione di smarrimento se soffrite l’altitudine. Cusco è a quota 3400 metri.
Cusco
L’arrivo è per alcuni un trauma polmonare e per la testa, ma la ex capitale peruviana, malgrado l’altitudine, merita sicuramente una visita.
Una piccola perla del Sudamerica: un gioiello al riparo dall’assalto massiccio dei turisti.
Poco dopo ne scopriamo il motivo: Cusco è la miglior base di appoggio per chi desidera percorrere l’Inca Trail.
Un percorso tortuoso di circa 43 km da compiere in quattro giorni, dalla Valle Sacra a Intipunku.
Provo in ogni modo a sfruttare il fuso orario per uscire molto presto la mattina in modo da scattare luce e momenti della città ancora addormentata, ma all’alba Cusco è già tutta illuminata. Decidiamo quindi di usare il nostro giorno libero per camminare senza meta. La giornata più comoda del viaggio: camminando tra camelidi andini per le strette vie che si arrampicano sulla montagna, ci fermiamo a bere mate de coca negli hostal di inglesi che sono scappati dalla metropoli.
A pranzo mangiamo da Cicciolina. Non capiamo perché il ristorante che ci è stato consigliato si chiami come la nota pornostar. Eppure al suo interno, malgrado la ceviche e altre pietanze tipicamente peruviane, spicca la foto della bionda nota a tutti! A fine pasto però nessuno ci ha detto perché.
Domani andiamo a Nord.
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