Diario di una giornata passata a Kyoto, la vecchia capitale giapponese tra ciliegi in fiore, foreste di bambù e splendide geishe avvolte nei kimono di seta pregiata.
Arriviamo nel tardo pomeriggio di una fresca giornata primaverile.
È quasi buio a Kyoto ma la curiosità vince la stanchezza e affittiamo due bici alla ricerca di un ristorantino che ci faccia assaggiare qualche prelibatezza locale. Sul lungofiume poco illuminato riusciamo a malapena a vedere i ciliegi in fiore, ma il loro profumo ci fa immaginare cosa ci aspettarà domani, una festa di colori e di immagini senza tempo. Consumiamo il nostro pasto in una vecchia locanda di Gion, il quartiere delle geishe, dove tra ristoranti tradizionali e versioni nipponiche di fast food americani, non mancano locali a luci rosse.
La mattina successiva, alle 7 siamo già pronte e tra una chiacchiera e l’altra attendiamo nella hall dell’albergo Emi, la nostra bella guida giapponese che ci porterà in giro per la città e i dintorni. Saliamo sul taxi dirette al nord ovest della città, dove visiteremo il tanto rinomato Arashiyama, una suggestiva foresta di altissime canne di bambù, che riflettono una luce quasi surreale.
Rimaniamo incantate anche da tutto ciò che la circonda, i giardini, curatissimi in ogni dettaglio, le infinite varietà di muschi, gli alberi di ciliegio e di acero, tra i quali si nascondono piccoli sentieri. Uno di questi ci porta nel punto più alto del parco, dove un piccolo tempio scintoista fa da cornice alla splendida vista sulla città.
Ci incamminiamo verso l’uscita e ci imbattiamo in Canto, simpatico pittore, che non ci colpisce solo per la bellezza delle sue miniature, ma anche perché si intrattiene volentieri con noi, sfoggiando uno spagnolo da manuale!
Decidiamo di tornare verso il centro della città a piedi e con la metro, direzione Nishiki Market.
Ci perdiamo nel mercato: più di un chilometro di bancarelle e venditori ambulanti. Spezie, dolci, prodotti del mare e della terra, erbe, tè di ogni genere, un trionfo di profumi, colori e suoni. Assaggiamo quel che possiamo, compriamo qualche prodotto locale e decidiamo di pranzare in un posticino più tranquillo che Emi frequenta spesso, un locale dove tradizione e avanguardia si sposano con successo.
Rientriamo in hotel, e ci prepariamo mentalmente ai nostri 500 Km a piedi che ci aspettano lungo la Nakasendo!
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